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Daniela Allocca

BERLINOGRAFIE: LETTERATURA NOMADE
E SPAZI URBANI
I percorsi di Emine Sevgi Özdamar e Terézia Mora



ISBN 978-88-7916-783-3 - 15,5 x 22 cm - 2016


pp. 196 – € 31,00
Prezzo on line € 26,35 - Sconto 15%
 
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Qual è la relazione tra letteratura e rappresentazione degli spazi? In che modo la letteratura partecipa al cambiamento in atto nella percezione dei luoghi? Queste le domande da cui si è mossa la ricerca alla base di questo volume. Sappiamo che nel nostro tempo lo spazio è diventato centrale nella riflessione teorica: Spatial Turn, Raumtheorien, geocritica vengono qui utilizzate per orientarsi nel cambiamento in atto e a Berlino, attraverso la letteratura transnazionale di lingua tedesca, si cerca la matrice del rapporto tra scrittura e «spazio». Berlino, città senza centro, città rizo-matica, cifra del temporaneo ci offre una possibilità di cogliere l’intrinseco legame tra Grafie e luoghi, attraverso cui leggere anche il nesso tra creatività e potere. Le opere di due scrittrici, Emine Sevgi Özdamar e Terézia Mora, ci accompagnano in questa indagine. Questa letteratura viene qui definita nomade in relazione alle tesi di Braidotti, Deleuze e Guattari ma anche guardando a uno spazio urbano decostruito. Le opere di queste autrici mostrano la capacità della scrittura di creare una connessione tra interno ed esterno, o dimostrano l’impossibilità della relazione laddove ci siano sistemi, traumi che trasformano lo spazio vitale in un luogo di morte. La letteratura transnazionale manifesta la cifra nomade della relazione con lo spazio, nell’andare stesso vi è l’essenza dello stare, ma solo attraverso una scelta del soggetto si realizza la connessione con lo spazio. La messa in connessione, la possibilità dell’apertura alla relazione è affidata, infatti, alla capacità di scelta dei soggetti delle storie narrate. Le BerlinoGrafie mappano, quindi, nuove spazialità e forme di convivenza, mostrando il potenziale che la scrittura ha nel modificare lo spazio vissuto e le traiettorie possibili che l’uomo contemporaneo sta tracciando.

Daniela Allocca è docente di Lingua tedesca e Traduzione specialistica presso l’Università degli Studi di Napoli «L’Orientale». È dottore di ricerca in «Testi e linguaggi nelle letterature dell’Europa e delle Americhe» (Università di Salerno). Si è laureata in Studi comparatistici all’Università di Napoli «L’Orientale» con una tesi sul rapporto tra voce e scrittura nei racconti di Franz Kafka. Ha curato progetti interdisciplinari coniugando pratiche somatiche e teorie. Si occupa di traduzione, ecocritica, storytelling. Da sempre accompagna la ricerca accademica con la pratica teatrale e l’organizzazione di eventi culturali.


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Premessa

1.
PRATICHE CARTOGRAFICHE

1.1. Spatial turn e dintorni (p. 17) – 1.2. Sul concetto di spazio (p. 22) – 1.3. Topografie, topologie, cartografie (p. 28) – 1.4. Walking and writing urban spaces (p. 40)

2.
PER UNA LETTERATURA NOMADE E NO:MADE IN

2.1. Trans(n)azioni (p. 49) – 2.2. Ibridismi «canonici» (p. 56) – 2.3. Della radice-rizoma: lo spazio della relazione (p. 59) – 2.4. Berlino tra Storia e storie (p. 63)

3.
EMINE SEVGI ÖZDAMAR E LA «POIETICA» DELLO SPAZIO

3.1. El viaje de Sevgi (p. 69) – 3.1.1. Percezioni migranti (p. 69) – 3.1.2. La lingua dei Bilderwörter (p. 74) – 3.1.3. Movimenti in scrittura (p. 77) – 3.1.4. La danza con le ombre (p. 79) – 3.2. Di superficie in superficie (p. 81) – 3.2.1. Il tappeto (p. 81) – 3.2.2. Lo specchio (p. 85) – 3.2.3. Lo schermo (p. 88) – 3.3. La cittŕ archivio (p. 92) – 3.3.1. La «poietica dello spazio» (p. 92) – 3.3.2. Attraversamenti urbani (p. 96) – 3.4. Cartografia e traduzione (p. 105) – 3.4.1. Dispositivo inconscio (p. 105) – 3.4.2. Translating eye (p. 108) – 3.4.3. La produzione dell’in-finito (p. 112)

4.
TERÉZIA MORA: LO SPAZIO ALLA DERIVA

4.1. La scrittura del confine (p. 115) – 4.2. Alle Tage: la terra di nessuno (p. 122) – 4.2.1. La messa in scena (p. 122) – 4.2.2. Nome in codice: Nema (p. 125) – 4.3. Le metamorfosi di B. (p. 128) – 4.3.1. B.: Balcani (p. 128) – 4.3.2. B.: Berlino (p. 131) – 4.3.3. B.: Babylon (p. 135) – 4.4. Le lingue del caos (p. 140) – 4.5. Map-making-machine (p. 143) – 4.6. Paesaggi post-urbani (p. 145) – 4.7. L’arcipelago delle meraviglie (p. 146)

5.
PERCEZIONE NOMADE DELLO SPAZIO

5.1. Spazi in traduzione (p. 151) – 5.2. Superfici piegate (p. 154) – 5.3. Cartografie emozionali (p. 157)

Riferimenti bibliografici