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Katia de Abreu Chulata

IL TRADUTTORE
Mito e (de)costruzione di una identità



ISBN 978-88-7916-788-8 - 15,5 x 22 cm - 2016


pp. 196 – € 30,50
Prezzo on line € 25,93 - Sconto 15%
 
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Questioni legate alla soggettività (negata) del traduttore e al mito dell’obiettività nelle scienze umane e negli studi sulla traduzione vengono prese in considerazione in questo volume. In particolare, viene messo in discussione il mito della obiettività assurto a paradigma delle scienze umane. Per fare luce sul pensiero che ha influenzato in qualche modo una ben precisa idea di ciò che sia la traduzione e di chi sia il traduttore, è presentato un bilancio condotto sul profilo storico delineando come dallo scientismo positivista, passando attraverso il trascendentalismo kantiano, si sia giunti all’ermeneutica gadameriana, per sintetizzare, in seguito, il contributo di Ricoeur e approdando, infine, alla teoria della decostruzione di Derrida. Un tale percorso di riflessione conduce a prospettive di analisi che de-costruiscono il senso comune di teorie che considerano la traduzione come neutra e il traduttore come obiettivo. La pretesa di un traduttore imparziale e neutro appare del tutto infondata, se si considera che il traduttore utilizza un «materiale», la lingua, che non è affatto un materiale, ma parte integrante di una soggettività che lo costituisce nella sua specifica singolarità. La lingua, insomma, attraversa il traduttore implicandolo profondamente nella realizzazione dell’oggetto, che è giusto la traduzione la quale, ove risulti pensata in questi termini, di fatto finisce col certificarsi non già come mero oggetto, ma come specifica espressione della sua soggettività. L’analisi di testi letterari i cui protagonisti sono traduttori/interpreti e di questionari somministrati a traduttori e teorici della traduzione brasiliani completa lo studio sul mito costruito attorno a questo professionista del testo, il traduttore – che ancora risulta pesantemente condizionato da idee vetero-positiviste.

Katia de Abreu Chulata – traduttrice, PhD in Studi linguistici, storico-letterari e interculturali – ha insegnato Lingua italiana all’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo e all’Università dello Stato di San Paolo (Unesp). È docente a contratto di Lingua e Letteratura portoghese e brasiliana all’Università ‘G. d’Annunzio’ di Chieti-Pescara e di Letteratura portoghese alla Libera Università Maria Ss. Assunta (LUMSA), sede di Roma. Gli studi sulla traduzione e sul traduttore, il portoghese come lingua straniera e come heritage language sono i suoi ambiti di ricerca. È vice-presidente della Associazione di Studi di Lingua Portoghese (ASLP) e del V Simpósio Mundial de Estudos de Língua Portuguesa (V SIMELP 2015).


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Prefazione
Augusto Ponzio

Prefácio
Maria José Coracini

Introduzione

1.
Scienze umane e ruolo del soggetto

1.1. Il mito della obiettività nelle scienze umane (p. 29) – 1.2. L’approccio ermeneutico: verso la soggettività (p. 41)

2.
Della soggettività

2.1. Preambolo (p. 51) – 2.2. Il soggetto/traduttore (p. 55) – 2.2.1. La soggettività monolingue (p. 69) – 2.3. De-costruzione dell’identità del traduttore: lo sguardo letterario (p. 76) – 2.3.1. Lo spazio (in)visibile del (non)detto (p. 86)

3.
Teoria e pratica a confronto

3.1. La comunità dei traduttori (p. 95) – 3.1.1. Il soggetto-traduttore e il suo archivio (perso) nella memoria (p. 108) – 3.2. Il traduttore (si)-dice (in pratica) (p. 110) – 3.2.1. Desiderio di raccontarsi versus dovere di rispondere (p. 115) – 3.2.2. L’apprendimento linguistico: (attra)verso la pratica della traduzione (p. 123) – 3.2.3. «Un errore di traduzione» e il «significato» della traduzione (p. 128) – 3.2.4. Lingua materna versus lingua straniera: un rapporto di gioia o di dolore? (p. 134) – 3.2.5. Separazione versus ibridazione: lingua nel limite, idioma nella frontiera (p. 141) – 3.2.6. Il controllo della traduzione e la «naturalità» (p. 148)

4.
Per concludere

Riferimenti bibliografici

Notizie bio-bibliografiche degli intervistati