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Giulio Amara

ARCHEOLOGIA DEL CULTO A SIRACUSA
Depositi votivi e pratiche rituali intorno all’Athenaion di Ortigia

Collana "Archeologia e Arte antica"


ISBN 978-88-5513-119-3 - DOI: https://doi.org/10.7359/1193-2023-amara-siracusa

21 x 29,7 cm - 2023 - pp. 482

€ 110,00  (-15%)  Acquisto il volume € 93,50

Copie a stampa disponibili dal 15 Gennaio 2024



A distanza di un secolo, questo lavoro è la riedizione critica e aggiornata delle “metodiche esplorazioni” che Paolo Orsi intraprese intorno all’Athenaion di Ortigia, l’acropoli di Siracusa, tra il 1910 e il 1917. Attraverso un graduale processo ermeneutico che intreccia i dati di scavo - editi e inediti - l’esame delle architetture e l’analisi sistematica dei depositi votivi - anch’essi in larga parte inediti - l’autore fornisce una nuova ricostruzione del santuario centrale di Ortigia in età greca arcaica, da un punto di vista architettonico, antropologico e cultuale. Partendo dall’assunto secondo cui la cultura materiale può costituire un utile indizio, se adeguatamente interpretata, per la ricostruzione della prassi rituale e cultuale, per la prima volta viene analizzato l’intero spettro degli oggetti votivi e rituali dagli scavi Orsi, da un punto di vista tipologico, contestuale e funzionale. Alla luce dei più recenti approcci metodologici, pertanto, l’interpretazione dei depositi sacri non consente solamente di comprendere le pratiche rituali che accompagnano lo sviluppo architettonico e topografico del santuario medesimo, ma anche di determinare la natura della comunicazione rituale stabilita tra l’individuo, la comunità religiosa e la divinità venerata nel più ampio sistema religioso della polis. Attraverso lo stretto dialogo tra contesti, oggetti votivi e loro significati, viene fatta nuova luce su molteplici aspetti del santuario arcaico, sugli attori del culto e sulle divinità venerate, in una prospettiva diacronica che va dalla fondazione della città sino alla tirannide dei Dinomenidi. In questa cornice rinnovata, il presente lavoro costituisce un sensibile avanzamento nella comprensione di Siracusa arcaica e, in particolare, di uno dei suoi più significativi spazi sacri.

Giulio Amara (1991) è assegnista di ricerca in Archeologia Classica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, dove ha conseguito dottorato. Formatosi presso l’Università di Catania, è stato allievo della Scuola Superiore di Catania. I suoi interessi di ricerca spaziano dall’archeologia della Sicilia e del Mediterraneo antico, all’interpretazione della cultura materiale greca. Ha collaborato con numerosi enti di ricerca, partecipando a campagne di scavo e ricognizioni archeologiche.

 


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Premessa

Introduzione

1. Il contesto archeologico
1.1. La riedizione dello scavo: una premessa di metodo (p. 16) – 1.2. Il contesto di piazza Minerva (p. 18) – 1.2.1. Il settore occidentale (p. 19) – 1.2.2. Il settore centrale (p. 24) – 1.2.3. Il settore orientale (p. 50) – 1.3. Il contesto del cortile del Palazzo Arcivescovile (p. 56) – 1.3.1. Il settore A (p. 56) – 1.3.2. Il settore B (p. 58) – 1.3.3. Il settore C (p. 58)

2. I depositi votivi e rituali
2.1. Limiti della documentazione e stato di conservazione dei materiali (p. 61) – Impostazione del metodo (p. 62) – 2.3. I depositi greco-arcaici di piazza Minerva (p. 64) – 2.3.1. Il deposito A (p. 64) – 2.3.2. Il deposito B (p. 83) – 2.3.3. Il deposito C (p. 84) – 2.3.4. Il deposito D (p. 85) – 2.3.5. Il deposito E (p. 87) – 2.3.6. I depositi F e G (p. 87) – 2.3.7. Il deposito H (p. 90) – 2.4. I depositi greco-arcaici dal cortile del Palazzo Arcivescovile (p. 92) – 2.4.1. Il deposito I (p. 92) – 2.4.2. Il deposito L (p. 95)

3. Per un’archeologia del culto a Siracusa
3.1. La prima fase di frequentazione (p. 100) – 3.1.1. Cronologia (p. 100) – 3.1.2. Artico- lazione e sviluppo del santuario (p. 102) – 3.1.3. Le pratiche rituali e il culto (p. 106) – La seconda fase di frequentazione (p. 124) – 3.2.1. Cronologia (p. 124) – 3.2.2. Articolazione e sviluppo del santuario (p. 125) – 3.2.3. Sulla cronologia dell’Athenaion (p. 129) – 3.2.4. Le pratiche rituali e il culto (p. 130) – 3.3. Il sistema cultuale (p. 140) – 3.3.1. Problemi e prospettive (p. 141) – 3.3.2. Le dee di Ortigia (p. 142) – 3.3.3. Dal rito al sistema religioso (p. 145)
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Conclusioni e prospettive

Figure 1-81

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CATALOGO

Premessa
Avvertenze al catalogo (p. 194) – Abbreviazioni (p. 194)

1. Deposito A
1.1. Ceramica (p. 195) – 1.1.1. Tazze mono- o biansate (p. 195) – 1.1.2. Coppe (p. 196) – 1.1.3. Calici (p. 211) – 1.1.4. Ciotole (p. 212) – 1.1.5. Kotylai (p. 212) – 1.1.6. Crateri (p. 236) – 1.1.7. Dinoi (p. 240) – 1.1.8. Vasi di forma aperta (p. 241) – 1.1.9. Oino- choai (p. 243) – 1.1.10. Olpai (p. 257) – 1.1.11. Aryballoi (p. 261) – 1.1.12. Alabastra (p. 267) – 1.1.13. Lekythoi (p. 272) – 1.1.14. Amphoriskoi (p. 272) – 1.1.15. Pissidi (p. 273) – 1.1.16. Piatti (p. 286) – 1.1.17. Lekanai (p. 289) – 1.1.18. Scodelle (p. 290) – 1.1.19. Kalathiskoi (p. 292) – 1.1.20. Vasi miniaturistici (p. 295) – 1.1.21. Anfore e vasi di forma chiusa (p. 301) – 1.1.22. Ceramica comune (p. 304) – 1.1.23. Contenitori da trasporto (p. 304) – 1.1.24. Lucerne (p. 304) – 1.1.25. Varia (p. 305) – 1.2. Terrecotte figurate e oggetti fittili (p. 305) – 1.2.1. Vasi configurati (p. 305) – 1.2.2. Protomi femminili (p. 305) – 1.2.3. Statuette (p. 306) – 1.2.4. Piccoli oggetti (p. 307) – 1.3. Manufatti in metallo (p. 309) – 1.3.1. Oggetti d’ornamento (p. 309) – 1.3.2. Recipienti (p. 313) – 1.3.3. Armi (p. 314) – 1.3.4. Utensili (p. 316) – 1.3.5. Varia (p. 316) – 1.4. Manufatti in avorio (p. 317) – 1.4.1. Oggetti d’ornamento e d’uso personale (p. 317) – 1.4.2. Oggetti figurati (p. 319) – 1.4.3. Sigilli (p. 320) – 1.5. Manufatti in osso (p. 320) – 1.5.1. Varia (p. 320) – 1.6. Manufatti in faïence (p. 320) – 1.6.1. Vasi (p. 320) – 1.6.2. Vaghi (p. 322) – 1.6.3. Scarabei (p. 322) – 1.6.4. Altro (p. 322) – 1.7. Manufatti in pasta vitrea (p. 323) – 1.7.1. Vaghi (p. 323) – 1.8. Manufatti in ambra (p. 323) – 1.8.1. Vaghi (p. 323) – 1.9. Manufatti lapidei (p. 323) – 1.10. Elementi architettonici (p. 324) – 1.11. Materiali organici (p. 324)

2. Deposito H

3. Deposito I
3.1. Ceramica (p. 327) – 3.1.1. Coppe (p. 327) – 3.1.2. Ciotole (p. 332) – 3.1.3. Kotylai (p. 332) – 3.1.4. Crateri (p. 337) – 3.1.5. Oinochoai (p. 337) – 3.1.6. Pissidi (p. 340) – 3.1.7. Scodelle (p. 341) – 3.1.8. Kalathiskoi (p. 342) – 3.1.9. Vasi miniaturistici (p. 343) – 3.1.10. Vasi di forma chiusa (p. 344) – 3.1.11. Varia (p. 345) – 3.2. Oggetti fittili (p. 346) – 3.2.1. Piccoli oggetti (p. 346) – 3.3. Manufatti in metallo (p. 346) – 3.3.1. Armi (p. 346) – 3.4. Manufatti in avorio (p. 346) – 3.4.1. Oggetti d’ornamento e d’uso personale (p. 346) – 3.5. Manufatti in faïence (p. 347) – 3.5.1. Vasi (p. 347)

4. Deposito L
4.1. Ceramica (p. 349) – 4.1.1. Anfore (p. 349) – 4.1.2. Coppe (p. 357) – 4.1.3. Skyphoi (p. 358) – 4.1.4. Cup-skyphoi (p. 358) – 4.1.5. Varia (p. 359) – 4.2. Terrecotte figurate e oggetti fittili (p. 359) – 4.2.1. Protomi (p. 359) – 4.2.2. Parti anatomiche (p. 360) – 4.2.3. Animali (p. 360) – 4.3. Manufatti lapidei (p. 360)

5. Materiali sporadici
5.1. Area del deposito C (p. 363) – 5.2. Area retrostante alla ‘gradinata’ (p. 363) – 5.3. Area dell’altare D (p. 364) – 5.4. ‘Cloaca’ (p. 366) – 5.5. Area del deposito F (p. 372) – 5.6. Area del cortile dell’Arcivescovado (p. 373)

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TAVOLE

Tavole A-C

Tavole I-LVII

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Indice dei pittori e delle officine

Abbreviazioni bibliografiche

Bibliografia

Referenze fotografiche e iconografiche