________ Giurista per così dire a tutto tondo, Arnaldo Biscardi perseguì una conglobante visione unitaria dei diversi aspetti del diritto, capace di spaziare dalla Grecia arcaica e dall’ordinamento attico, passando per il contesto ellenistico e la relativa documentazione papiracea, al diritto romano di età arcaica e classica sino al periodo postclassico e bizantino, nonché di spingersi sovente fino al diritto moderno e contemporaneo. In Actio pecuniae traiecticiae. Contributo alla dottrina delle clausole penali (1947, 19742), egli enuncia una nuova teoria relativa alla difesa processuale del prestito marittimo in diritto romano, consistente nell’impiego, largamente attestato dalle fonti, dello strumento della stipulazione penale. La trattazione segue l’evoluzione del prestito marittimo e della sua difesa processuale dal mondo greco fino all’età tardoantica e a quella giustinianea, talvolta raccogliendo notizie o gettando luce su particolari sviluppi e trasformazioni intervenuti nelle epoche successive. La seconda edizione riprende fedelmente la prima, salvo l’aggiunta di un’ampia Postilla, dal titolo Nuovi spunti critici e ricostruttivi sull’istituto della pecunia traiecticia e di una Appendice, che contiene la riproduzione e l’edizione critica di P. Vindob. G. 19.792 (= SB VI 9571). Il lavoro di Biscardi venne ampiamente discusso nella letteratura successiva e costituisce, tuttora, un punto di riferimento imprescindibile per chi voglia approfondire lo studio del prestito marittimo nonché della stipulazione penale in diritto romano, mentre, in ogni caso, il nucleo essenziale delle tesi formulate risulta ancora oggi resistere alle critiche avanzate dalla storiografia più recente. Arnaldo Biscardi (1910-1998) è stato uno dei massimi studiosi dei diritti antichi del secolo scorso. Laureato in giurisprudenza ma anche in lettere, e quindi giurista ma altresì filologo, si è dedicato tanto al diritto romano quanto al diritto greco. Si formò sotto la guida di Ugo Enrico Paoli, filologo e pioniere degli studi giusgrecistici, ed insegnò nelle università di Pisa, Siena, Genova e, infine, a Milano. Tra le sue opere, si possono ricordare la raccolta postuma degli Scritti di diritto greco (cur. E. Cantarella, A. Maffi, 1999), il Diritto greco antico (1982, recentemente ripubblicato nella «Rivista di Diritto Ellenico», V, 2015), i saggi raccolti in Auctoritas patrum. Problemi di storia del diritto pubblico romano (1987), le Lezioni sul processo romano antico e classico (1968) e la sua ultima monografia, La dottrina romana dell’obligatio rei (1991). La «Rivista di Diritto Romano» (II, 2002) ha ripubblicato il suo corso di diritto romano su La tutela interdittale ed il relativo processo (1956). ________ Introduzione |