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Vol 9, No 2 (2010)

Ricerche

A cura di Roberta Mullini

Questa rivista ha già presentato, in un numero speciale, i risultati di una ricerca di Slavistica che si era svolta all’interno dell’allora Istituto di Lingue (Linguæ & 2-2008), così come ha per due volte raccolto contributi tematicamente coesi quali quelli dedicati al ‘giallo’ e al mito di Sherlock Holmes (volumi 1-2006 e 2-2007). Quanto compare nel presente fascicolo, invece, non ha le caratteristiche di omogeneità tematica e/o metodologica che contraddistingueva i casi suddetti. La ragione che giustifica questa pubblicazione è diversa: qui trovano collocazione i risultati di ricerca di due assegnisti – afferenti, all’inizio della loro attività, alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere e ora al poco più che neonato Dipartimento di Studi Internazionali. Storia, Lingue, Culture – che si muovono in campi totalmente diversi, accomunati però, oltre che dalla sede di attività, dal ‘tutor’ delle stesse. Infatti, sia Sergio Guerra che Giovanna Carloni svolgono le loro ricerche in base a progetti di Anglistica che io stessa coordino, l’uno nel campo degli studi culturali applicati alla narrativa e l’altra in quello linguistico-glottodidattico. Ma, come noterà il lettore, i rispettivi contributi si discostano dai confini ‘canonici’ delle discipline, in quanto Guerra ibrida la lettura culturologica con la visione del cinema e Carloni lascia il terreno anglofono per dedicarsi a un settore laterale, ma sempre più centrale nella vita italiana, cioè quello dell’insegnamento della nostra lingua agli stranieri. Entrambi i contributi, quindi, si offrono quali testimonianze della vitalità dell’attività di ricerca del dipartimento, proprio perché mostrano la capacità dei ricercatori di muoversi in ambiti plurimi e complessi.

Lo studio di Guerra attraversa sessant’anni di vita inglese, dove realtà storica e finzione cinematografica si mescolano in giochi di specchi rivelatori. Dal documentario che – per ‘statuto’ – mira all’approfondimento di eventi e fenomeni della vita reale al film di intrattenimento, la società britannica appare in tutti i suoi fenomeni di trasformazione, da quelli legati alla fine dell’impero, alla depressione, alla partecipazione alla Seconda Guerra Mondiale, alla fine del periodo laburista con l’avvento al premierato di Margaret Thatcher. Le contraddizioni – e lo spirito di continuità – del mondo anglosassone vengono pertanto analizzati per mezzo di un’espressione culturale principe del XX secolo, vale a dire il cinema. Se Cicerone chiamava la commedia della Roma preimperiale imitatio vitæ (almeno secondo quanto tramanda Elio Donato), ben si addice tale etichetta al cinema, del secolo scorso come a quello attuale.

Lo “studio di caso” presentato da Giovanna Carloni analizza, dopo un’approfondita premessa metodologica, il risultato di una ricerca sul campo applicata all’insegnamento della Lingua italiana come L2 agli stranieri adulti (nel caso in questione, studenti presso l’Università di Urbino). I passi della ricerca stessa – che si intrecciano imprescindibilmente con l’attività didattica – sono attentamente delineati e confrontati con la letteratura di settore, ma soprattutto con i risultati che l’approccio individuato ha permesso di raggiungere. Dalla lettura del saggio si evincono, quindi, i problemi, l’analisi degli stessi, le procedure scelte per farvi fronte, vale a dire la chiara consapevolezza metodologica dei ‘mezzi’ e dei ‘fini’. Ai primi contribuiscono l’approfondimento delle valenze psicologiche e motivazionali da parte del docente, ai secondi la tensione stimolata nel discente verso un apprendimento sempre più consapevole sino all’autovalutazione.

Entrambi i lavori inseriti in questo numero di Linguæ &, rivista nata ormai dieci anni fa per “aprire uno spazio di ricerca interdisciplinare […] anche alle ipotesi di ricerca di giovani studiosi” come si legge nella ‘nostra’ presentazione, si muovono – come si diceva – in ambiti paralleli a quelli della ricerca ‘ufficiale’ in cui Carloni e Guerra sono impegnati, ma non per questo risultano meno stimolanti o meno puntuali. Anzi, a mio parere essi mostrano che la interdisciplinarità e l’ibridismo dei settori non si riscontrano solo tra ricercatori di ambiti differenti, ma si manifestano sempre più proficuamente negli interessi e nelle competenze di una singola persona.

Table of Contents

Nota sugli Autori
 
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7
Introduzione
Roberta Mullini
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9-10
Sergio Guerra
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11-70
Giovanna Carloni
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71-127