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DECLINAZIONI DELLO SPAZIO
NELL’OPERA DI GIACOMO LEOPARDI
Tra letteratura e scienza

a cura di Antonella Del Gatto e Patrizia Landi

 

Collana "Il Segno e le Lettere"


ISBN 978-88-7916-971-4 - 15 x 22 cm - 2021 - pp. 242

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Noi siamo nello spazio: e lo spazio è in noi. L’alternativa allo spazio è il vuoto; quel vuoto (coincidente con il nulla e con la morte) che Leopardi sente come incombente e opprimente, e che l’uomo fa di tutto per evitare anche a costo della noia, del dolore, del male. Lo spazio nell’opera di Leopardi assume varie forme, e stimola vari livelli di riflessione e di analisi, legati ai più svariati campi d’indagine: filosofia, astronomia, geometria, arte, linguistica, sociologia. In questo volume, che in parte ospita interventi presentati in un convegno dell’ADI del settembre 2019, si tenta una ricognizione, necessariamente parziale e limitata, di queste diverse accezioni dello spazio leopardiano. Quest’ultimo è indagato – partendo da approcci e metodi differenti – come una vera e propria categoria ermeneutica che, declinata da Leopardi in molteplici forme retorico-linguistiche e per mezzo di nozioni, concetti, immagini, metafore, similitudini e analogie spesso di matrice scientifica, gli consente di mettere a fuoco da un lato la natura delle cose del mondo e dell’universo; e dall’altro i confini dell’immaginazione, fulcro vitale tanto del poeta quanto del filosofo, nonché luogo mentale alternativo e necessario a quello reale. Lo spazio interiore, legato alla dimensione immaginativa e linguistica dell’individuo, è messo costantemente in relazione con lo spazio esterno, della natura e della società, dove l’uomo diventa parte di una comunità e ingranaggio di un meccanismo estremamente complesso che Leopardi analizza con implacabile lucidità e senza riserve o pregiudizi morali.

Antonella Del Gatto è professoressa associata di Letteratura italiana presso il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne dell’Università ‘G. D’Annunzio’ di Chieti-Pescara. In precedenza ha insegnato in Svizzera (presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Neuchâtel). Tra i suoi lavori: L’annodamento degl’intrighi. Studi di sintassi drammatica (Napoli 2007); “Quel punto acerbo”. Temporalità e conoscenza metaforica in Leopardi (Firenze 2012); Aspetti della mimesi nella modernità letteraria. Premesse petrarchesche e realizzazione romantica (Firenze 2015).

Patrizia Landi insegna Linguaggi e forme della produzione letteraria italiana all’Università IULM di Milano. Si occupa di Leopardi sin dalla sua tesi di laurea; con Franco Brioschi ha curato la nuova edizione riveduta sugli autografi dell’Epistolario (Torino 1998). Tra i suoi lavori: Con leggerezza ed esattezza. Studi su Leopardi, La parola e le immagini. Saggio su Giacomo Leopardi (Bologna 2012 e 2017) e il recente Gli infiniti silenzi di Giacomo Leopardi (Milano 2019); dirige con Tatiana Crivelli la RISL – Rivista Internazionale di Studi Leopardiani.


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